Terza Fitna

Terza Fitna
parte delle Fitna e delle lotte Qays-Yaman
Il Califfato omayyade nel 740 circa al momento della sua massima estensione, prima della Terza Fitna
Data744750
LuogoSiria, Iraq, Persia, Khorasan, Arabia
Esitovittoria abbaside
Schieramenti
Comandanti
Marwan II † (750)
Abu al-Ward
Nasr ibn Sayyar † (748)
Yazid ibn Umar ibn Hubayra
Saffah
Abu Muslim
Qahtaba ibn Shabib † (749)
Hafs ibn al-Walid ibn Yusuf al-Hadrami
'Abd Allah ibn Mu'awiya † (746/747)
Al-Harith ibn Surayj
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Con la locuzione Terza Fitna (in arabo الفتنة الثاﻟﺜـة?, al-Fitna al-thālitha), gli storici musulmani indicano la convulsa guerra interna alla famiglia califfale omayyade, innescata dalla morte di Hisham ibn 'Abd al-Malik e dall'ascesa di suo nipote al-Walid II.

Al-Walid II regnò solo due anni scarsi, dal 743 al 744. S dice che egli fosse assai maggiormente interessato dai piaceri terreni che dalla pia conduzione del califfato della Umma islamica, che indulgesse al vino e al libertinaggio, oltre che all'ateismo.
Va però ricordato che le notizie che lo riguardano provengono tutte da fonti a lui ostili, tali da legittimare agli occhi dei musulmani il successo della "Rivoluzione abbaside", che avrà modo di manifestarsi poco prima della fine della metà dell'VIII secolo.

Un'altra accusa mossagli (che ha anch'essa poco senso sotto il profilo etico islamico) è la sua costruzione o il suo restauro di vari siti nella steppa siro-palestinese: i cosiddetti "castelli" omayyadi (tra cui Qusayr Amra, il Qasr al-Hayr al-Sharqi, la Mshatta o il Khirbat al-Mafjar), che spesso altro non erano che riadattamenti di precedenti manufatti bizantini o ghassanidi, che furono usati volentieri come residenze califfali.
Anche in questo caso, al di là dell'indifferenza della morale islamica verso l'architettura nuova o di riutilizzo, si dovranno ricordare le numerose e ricorrenti pestilenze (639, 669, 673, 688-9, 705, 732, 734, 745, 749) che avevano afflitto il Bilād al-Shām in generale e Damasco in particolare nel VII secolo e all'inizio dell'VIII.[1]

Che al-Walid II (detto dai suoi nemici al-Fāsiq, "L'Empio") non si disinteressasse di religione e di politica lo testimoniano comunque alcuni suoi provvedimenti, come quelli che portarono alla persecuzione della Qadariyya, un movimento teologico potenzialmente eterodosso.

  1. ^ Si vedano Eliyahu Ashtor, Storia economica e sociale del Vicino Oriente nel medioevo, Torino, Einaudi, 1982, p. 84, e Claudio Lo Jacono, Storia del mondo islamico (VII-XVI secolo), p. 95.

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